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rivista di diritto privato Saggi e pareri 3/2010

Conflitto industriale e contratto nel pensiero sturziano

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S ommario : 1. Società organica e libertà organica. - 2. Lotta e amore sociale. - 3. Forme sociali e leggi sociologiche. - 4. Norme giuridiche statuali e non statuali. - 5. Organizza- zione sindacale libera e democrazia politica. - 6. Extrastatualità della produzione norma- tiva del diritto del lavoro in un sistema di democrazia politica. - 7. La rappresentanza di classe nel sistema istituzionale. - 8. Le interrelazioni tra democrazia politica e democrazia industriale. - 9. Azionariato operaio, azionariato popolare e compartecipazione economica.

1. Società organica e libertà organica

«il divenire sociale per il raggiungimento di una società organica e di una libertà organica è affidato in ogni epoca a delle classi sociali o degli ordinamenti speciali ai quali spetta una funzione che chiamiamo straordinaria per una di quelle concezioni analitiche che predominano nel campo della filosofia della storia»1.

Questo pensiero di Sturzo è degli inizi del secolo XX, e si accompagna ad altre riflessio- ni di fondo non soltanto sulla questione contadina ma anche su quella più propriamente nazionale unitaria della democrazia politica e del conflitto industriale. Ciò è importante per smentire i lettori superficiali e poco documentati di Sturzo, secondo cui egli era legato prima a una visione più vicina alla società agricola del mezzogiorno e poi, al ritorno dall'esilio, dopo l'ultimo soggiorno statunitense, a una concezione liberista dell'economia2.

L'intuizione secondo cui il divenire sociale è per conoscenza storica affidato a delle classi sociali e quella ancora più sottile che tocca il tramutamento di essa in termini giuridici - gli ordinamenti speciali - si sviluppa nelle opere dell'esilio che sono dei capisaldi non soltanto di filosofia della storia, ma pure di filosofia giuridica, attraverso una delle rivisitazioni più cospicue di Vico e di marx.

La produzione dell'esilio si avvale delle esperienze politiche e sindacali vissute da Sturzo in prima persona in quegli anni del primo novecento, anni in cui l'italia

* Questo saggio è destinato alla raccolta di studi per Antonino Cataudella.

1 L. Sturzo, Sintesi sociali (1900-1906) - Unioni professionali, Bologna 1961, p. 168; C. Vasale, La democrazia organica di Luigi Sturzo, in Luigi Sturzo e la democrazia nella prospettiva del terzo millennio, vol. i, a cura di

E. Guccione, Firenze 2004, p. 27.

2 m. D'Addio, Luigi Sturzo nella storia del pensiero politico contemporaneo, in Luigi Sturzo e la democrazia eu- ropea, roma-Bari 1990, p. 322 ss.

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unitaria fa per la prima volta, e con ritardo rispetto alla Gran Bretagna e agli altri paesi continentali, l'esperienza della rivoluzione industriale.

il lettore attento alla sterminata produzione sturziana, che voglia studiare la de- mocrazia politica ed economica, ormai affermatasi nella scienza anglo-americana e continentale europea, e da ricondursi ai civilisti Giuseppe messina e otto Kahn- Freund, scopre un unico filo conduttore che unisce:

  1. le prime riflessioni ora raccolte nel volume Sintesi sociali che si accompagnano al rinnovato Corso di economia sociale di matteo Liberatore, utilizzato per le lezioni agli studenti del Seminario di Caltagirone;

  2. la produzione scientifica dell'esilio principalmente con La società: sua natura e leggi e Politica e morale che vanno oggi rilette alla luce del pregevole Carteggio con il fratello mario;

  3. quella del terzo periodo, al ritorno dagli Stati Uniti, con al centro La vera vita. So- ciologia del soprannaturale e Del metodo sociologico. Scrive nella Sociologia del sopran- naturale: &laquoQuel che oggi è necessario marcare per tutti gli uomini di buona fede, cristiani o no, è che tre sono le grandi battaglie dell'epoca presente, e non potranno né affrontarsi né vincersi se non con spirito profondamente cristiano. Una prima contro lo stato totalitario panteista, che vuole assorbire nel sistema politico e nel potere dello stato tutta l'attività umana anche spirituale; la seconda contro quel capitalismo sfruttatore che perverte le funzioni del denaro a danno della comunità e delle classi disagiate e contro la concezione marxista o storico-dialettica su base materialistica che perverte l'anima del lavoratore; la terza per una costruzione inter- nazionale di giustizia e di pace che sia così forte di evitare ogni guerra. in tutti e tre i casi è lo spirito di amore, di fratellanza, di solidarietà che deve trionfare»3.

    2. Lotta e amore sociale

    Già questa indicazione che viene dal terzo periodo della sua produzione scienti- fica, la battaglia contro il capitalismo da condursi con spirito di amore e fratellanza, segna la coerenza e l'unità del suo pensiero, dalle lotte dei primi del secolo sino al soggiorno in USA e alla sua attività parlamentare nell'italia repubblicana.

    Che significa battagliare contro lo stato panteista e contro il capitalismo con amore? Sembrerebbe una contraddizione: la battaglia con l'amore!

    Per Sturzo &laquobattaglia» è lotta sociale condotta con mezzi morali che sono la cul- tura politica ed economica fondata sul principio dell'amore sociale. Ed è con questo tipo di lotta che si realizza il progresso.

    3 L. Sturzo, La Vera Vita. Sociologia del soprannaturale (1943), Bologna 1960, pp. 216-217.

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    Anche al ritorno dall'esilio le riflessioni filosofico-politiche si accompagnano alla indicazione della lotta sociale fatta di strumenti eminentemente culturali, di cultura politica ed economica.

    3. Forme sociali e leggi sociologiche

    Sturzo vede il progresso umano nella sua storicit&agrave. La sua indagine sociologica è fondata &laquosulla conoscenza della storia come azione consapevole degli uomini associati»4. La sociologia ha per oggetto la società in concreto, nel suo dinamismo temporale, e allora il metodo più adeguato è quello storico (che può avvalersi di quello sperimenta- le, ma sempre con la proiezione e la lungimiranza storica).

    Egli suddivide le forme sociali in principali e secondarie. Le prime sono la fami- glia, la politica, la religione; le seconde, il sindacato, le associazioni delle varie cate- gorie sociali, quali quelle dei produttori, dei consumatori etc.

    Questa distinzione regge a una verifica storica, e si rivela sempre più utile nella società contemporanea.

    Possono così comprendersi da un canto i fondamenti delle leggi sociologiche:

  4. legge della individualit&agrave-socialità

  5. legge del moto verso la razionalità

  6. legge di unificazione vista nel modo più concreto e moderno: &laquoLa società non può mancare di una finalità che l'animi e che valga a mantenere associati gli in- dividui fra di loro. Essendo, però, ogni finalità comune intesa dagl'individui se- condo il proprio modo di accettarla e di attuarla, la nucleazione sociale è per sé stessa molteplice e si concretizza in una pluralità di società esistenti e natural- mente anche contrastanti non solo per interessi particolari in urto, ma anche per più larghe e successive finalità da attingere»5;

  7. legge di dualità (o di polarizzazione): non è una legge diversa da quella di unificazio- ne, ma un momento interno ad essa: quando la dualità sociale non si realizza come lotta e conflitto, ma come conciliazione e collaborazione, si ha la diarchia sociologica ossia la compresenza della conservazione e del mutamento. Dualismo limitatamente e provvisoriamente stabilizzato. Dice nel Del metodo sociologico6: &laquoLa società si svolge in forme cicliche passando dalla nucleazione multipla alla dualizzazione delle forze per insito dualismo esistente sia dentro i nuclei sociali che nei rapporti internucleari; sistemazione più o meno stabile si fa normalmente in forma di diarchia (due poteri contrastanti o collaboranti, uno dei quali tende a unificare in sé il suo potenziale an-

    4 G.F. morra, Luigi Sturzo, Il pensiero sociologico, roma 1979, p. 14 ss.

    5 L. Sturzo, Del metodo sociologico (1950) - Studi e polemiche di sociologia (1933-1958), Bologna 1970, pp. 14-15.

    6 L. Sturzo, Del metodo sociologico, cit., pp. 76-77.

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    tagonista). [...] ma la tendenza all'unificazione si realizza solo parzialmente e in cam- pi definiti e cessa di funzionare quando, per disintegrazione periferica e per crisi di potere, la società unificata si dissolve in una nuova molteplice nucleazione, che svilup- perà altro dualismo dinamico, il quale a sua volta creerà nuove diarchie...

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