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rivista di diritto privato Saggi e pareri

3/2010

Conflitto industriale e contratto nel pensiero

sturziano

di Antonio Palazzo*

S ommario : 1. Societ&agrave organica e libert&agrave organica. - 2. Lotta e amore sociale. - 3. Forme

sociali e leggi sociologiche. - 4. Norme giuridiche statuali e non statuali. - 5. Organizza-

zione sindacale libera e democrazia politica. - 6. Extrastatualit&agrave della produzione norma-

tiva del diritto del lavoro in un sistema di democrazia politica. - 7. La rappresentanza di

classe nel sistema istituzionale. - 8. Le interrelazioni tra democrazia politica e democrazia

industriale. - 9. Azionariato operaio, azionariato popolare e compartecipazione economica.

1. Societ&agrave organica e libert&agrave organica

&laquoil divenire sociale per il raggiungimento di una societ&agrave organica e di una libert&agrave

organica &egrave affidato in ogni epoca a delle classi sociali o degli ordinamenti speciali ai

quali spetta una funzione che chiamiamo straordinaria per una di quelle concezioni

analitiche che predominano nel campo della filosofia della storia&raquo1.

Questo pensiero di Sturzo &egrave degli inizi del secolo XX, e si accompagna ad altre riflessio-

ni di fondo non soltanto sulla questione contadina ma anche su quella pi&ugrave propriamente

nazionale unitaria della democrazia politica e del conflitto industriale. Ci&ograve &egrave importante

per smentire i lettori superficiali e poco documentati di Sturzo, secondo cui egli era legato

prima a una visione pi&ugrave vicina alla societ&agrave agricola del mezzogiorno e poi, al ritorno

dall'esilio, dopo l'ultimo soggiorno statunitense, a una concezione liberista dell'economia2.

L'intuizione secondo cui il divenire sociale &egrave per conoscenza storica affidato a

delle classi sociali e quella ancora pi&ugrave sottile che tocca il tramutamento di essa in

termini giuridici - gli ordinamenti speciali - si sviluppa nelle opere dell'esilio che

sono dei capisaldi non soltanto di filosofia della storia, ma pure di filosofia giuridica,

attraverso una delle rivisitazioni pi&ugrave cospicue di Vico e di marx.

La produzione dell'esilio si avvale delle esperienze politiche e sindacali vissute da

Sturzo in prima persona in quegli anni del primo novecento, anni in cui l'italia

* Questo saggio &egrave destinato alla raccolta di studi per Antonino Cataudella.

1 L. Sturzo, Sintesi sociali (1900-1906) - Unioni professionali, Bologna 1961, p. 168; C. Vasale, La democrazia

organica di Luigi Sturzo, in Luigi Sturzo e la democrazia nella prospettiva del terzo millennio, vol. i, a cura di

E. Guccione, Firenze 2004, p. 27.

2 m. D'Addio, Luigi Sturzo nella storia del pensiero politico contemporaneo, in Luigi Sturzo e la democrazia eu-

ropea, roma-Bari 1990, p. 322 ss.

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unitaria fa per la prima volta, e con ritardo rispetto alla Gran Bretagna e agli altri

paesi continentali, l'esperienza della rivoluzione industriale.

il lettore attento alla sterminata produzione sturziana, che voglia studiare la de-

mocrazia politica ed economica, ormai affermatasi nella scienza anglo-americana e

continentale europea, e da ricondursi ai civilisti Giuseppe messina e otto Kahn-

Freund, scopre un unico filo conduttore che unisce:

  1. le prime riflessioni ora raccolte nel volume Sintesi sociali che si accompagnano al

    rinnovato Corso di economia sociale di matteo Liberatore, utilizzato per le lezioni

    agli studenti del Seminario di Caltagirone;

  2. la produzione scientifica dell'esilio principalmente con La societ&agrave: sua natura e

    leggi e Politica e morale che vanno oggi rilette alla luce del pregevole Carteggio con

    il fratello mario;

  3. quella del terzo periodo, al ritorno dagli Stati Uniti, con al centro La vera vita. So-

    ciologia del soprannaturale e Del metodo sociologico. Scrive nella Sociologia del sopran-

    naturale: &laquoQuel che oggi &egrave necessario marcare per tutti gli uomini di buona fede,

    cristiani o no, &egrave che tre sono le grandi battaglie dell'epoca presente, e non potranno

    n&eacute affrontarsi n&eacute vincersi se non con spirito profondamente cristiano. Una prima

    contro lo stato totalitario panteista, che vuole assorbire nel sistema politico e nel

    potere dello stato tutta l'attivit&agrave umana anche spirituale; la seconda contro quel

    capitalismo sfruttatore che perverte le funzioni del denaro a danno della comunit&agrave

    e delle classi disagiate e contro la concezione marxista o storico-dialettica su base

    materialistica che perverte l'anima del lavoratore; la terza per una costruzione inter-

    nazionale di giustizia e di pace che sia cos&igrave forte di evitare ogni guerra.

    in tutti e tre i casi &egrave lo spirito di amore, di fratellanza, di solidariet&agrave che deve trionfare&raquo3.

    2. Lotta e amore sociale

    Gi&agrave questa indicazione che viene dal terzo periodo della sua produzione scienti-

    fica, la battaglia contro il capitalismo da condursi con spirito di amore e fratellanza,

    segna la coerenza e l'unit&agrave del suo pensiero, dalle lotte dei primi del secolo sino al

    soggiorno in USA e alla sua attivit&agrave parlamentare nell'italia repubblicana.

    Che significa battagliare contro lo stato panteista e contro il capitalismo con

    amore? Sembrerebbe una contraddizione: la battaglia con l'amore!

    Per Sturzo &laquobattaglia&raquo &egrave lotta sociale condotta con mezzi morali che sono la cul-

    tura politica ed economica fondata sul principio dell'amore sociale. Ed &egrave con questo

    tipo di lotta che si realizza il progresso.

    3 L. Sturzo, La Vera Vita. Sociologia del soprannaturale (1943), Bologna 1960, pp. 216-217.

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    Anche al ritorno dall'esilio le riflessioni filosofico-politiche si accompagnano alla

    indicazione della lotta sociale fatta di strumenti eminentemente culturali, di cultura

    politica ed economica.

    3. Forme sociali e leggi sociologiche

    Sturzo vede il progresso umano nella sua storicit&agrave. La sua indagine sociologica &egrave

    fondata &laquosulla conoscenza della storia come azione consapevole degli uomini associati&raquo4.

    La sociologia ha per oggetto la societ&agrave in concreto, nel suo dinamismo temporale, e

    allora il metodo pi&ugrave adeguato &egrave quello storico (che pu&ograve avvalersi di quello sperimenta-

    le, ma sempre con la proiezione e la lungimiranza storica).

    Egli suddivide le forme sociali in principali e secondarie. Le prime sono la fami-

    glia, la politica, la religione; le seconde, il sindacato, le associazioni delle varie cate-

    gorie sociali, quali quelle dei produttori, dei consumatori etc.

    Questa distinzione regge a una verifica storica, e si rivela sempre pi&ugrave utile nella

    societ&agrave contemporanea.

    Possono cos&igrave comprendersi da un canto i fondamenti delle leggi sociologiche:

  4. legge della individualit&agrave-socialità

  5. legge del moto verso la razionalità

  6. legge di unificazione vista nel modo pi&ugrave concreto e moderno: &laquoLa societ&agrave non

    pu&ograve mancare di una finalit&agrave che l'animi e che valga a mantenere associati gli in-

    dividui fra di loro. Essendo, per&ograve, ogni finalit&agrave comune intesa dagl'individui se-

    condo il proprio modo di accettarla e di attuarla, la nucleazione sociale &egrave per s&eacute

    stessa molteplice e si concretizza in una pluralit&agrave di societ&agrave esistenti e natural-

    mente anche contrastanti non solo per interessi particolari in urto, ma anche per

    pi&ugrave larghe e successive finalit&agrave da attingere&raquo5;

  7. legge di dualit&agrave (o di polarizzazione): non &egrave una legge diversa da quella di unificazio-

    ne, ma un momento interno ad essa: quando la dualit&agrave sociale non si realizza come

    lotta e conflitto, ma come conciliazione e collaborazione, si ha la diarchia sociologica

    ossia la compresenza della conservazione e del mutamento. Dualismo limitatamente

    e provvisoriamente stabilizzato. Dice nel Del metodo sociologico6: &laquoLa societ&agrave si svolge

    in forme cicliche passando dalla nucleazione multipla alla dualizzazione delle forze

    per insito dualismo esistente sia dentro i nuclei sociali che nei rapporti internucleari;

    sistemazione pi&ugrave o meno stabile si fa normalmente in forma di diarchia (due poteri

    contrastanti o collaboranti, uno dei quali tende a unificare in s&eacute il suo potenziale an-

    4 G.F. morra, Luigi Sturzo, Il pensiero sociologico, roma 1979, p. 14 ss.

    5 L. Sturzo, Del metodo sociologico (1950) - Studi e polemiche di sociologia (1933-1958), Bologna 1970, pp. 14-15.

    6 L. Sturzo, Del metodo sociologico, cit., pp. 76-77.

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    tagonista). [...] ma la tendenza all'unificazione si realizza solo parzialmente e in cam-

    pi definiti e cessa di funzionare quando, per disintegrazione periferica e per crisi di

    potere, la societ&agrave unificata si dissolve in una nuova molteplice nucleazione, che svilup-

    per&agrave altro dualismo dinamico, il quale a sua volta creer&agrave nuove diarchie con propria

    tendenza all'unificazione. Questo processo non &egrave lineare, n&eacute contemporaneo in tutti

    i rami della vita sociale, n&eacute rigorosamente fisso s&igrave che non si dia che l'unificazione

    preceda la diarchia o che la diarchia sussista durante il processo di disintegrazione»

  8. legge di autonomia - interferenza: scrive in Societ&agrave: sua natura e leggi che &laquoi contatti e

    le interferenze delle forme sociali fra loro sono regolate dalla coscienza dell'autonomia

    che si ha rispettivamente da parte dei consociati. Se tale coscienza &egrave viva dalle due

    parti, allora si desta il contrasto che pu&ograve divenire conflitto; se invece &egrave debole da una

    parte, la parte debole subisce l'interferenza dell'altra fino alla sovrapposizione o con-

    fusione degli organi e dei fini. Quando le interferenze e i conflitti riguardano non gli

    organi e i fini delle due forme sociali ma solo l'attivit&agrave di ciascuna, allora le due forme

    avranno...

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