La negozialità romana: fenomeno storico e modello metastorico. Note sulla causa contractus

AutorAntonio Palma
Cargo del AutorUniversità degli Studi di Napoli Federico II
Páginas633-654
LA NEGOZIALITÀ ROMANA:
FENOMENO STORICO E MODELLO METASTORICO.
NOTE SULLA CAUSA CONTRACTUS
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Università degli Studi di Napoli Federico II
I.- PREMESSA
La negozialità romana può, certo suggestivamente, essere definita, rinviando
all’ambientazione fantastica del ben noto romanzo di J.M. Barrie1, come “l’isola che
non c’è”, un non luogo teorico che le tradizioni giuridiche, nei diversi contesti storici,
hanno configurato con differenti e a volte divergenti modalità, fino alla sintesi teorica-
mente coerente delineata dalla dottrina dei concetti2, così profilando quei lineamenti di
teoria generale che sono stati dominanti fino alla contemporaneità.
In realtà –comè noto– le fonti romane offrono le linee di un sistema largamente
destrutturato, in cui si rinvengono tentativi di classificazione e di teorizzazione
prevalentemente di livello topico, soprattutto a partire dal primo secolo dopo Cristo.
1 J.M. B, Peter and Wendy, London 1911, 54.
2 Il processo storico è tra gli altri nella sintesi di G. H, Le développement du droit privé européen.
Le rôle de la tradition romaniste dans la formation du droit privé moderne,, Budapest 2005, 20 ss.; I.,
Armonizzazione del diritto privato in Europa e tradizione romanistica, in AUF. (Scienze Giuridiche - Nuov a
Serie) XXIII (2009), 1 ss.; I., Origine e sviluppo degli ordinamenti giusprivatistici moderni in base alla tradi-
zione del diritto romano, Santiago de Compostela, 2013; I., L’influsso della tradizione del diritto romano e del
diritto privato europeo-continentale sugli oridinamenti giuridici extraeuopei - Rassegna globale, in Diritto@
Storia, 12 (2014), Contributi, passim; cfr., ancora, J. Bw, Grundlagen des europäischen Privatrechts,
Juristische Schulung 44 (2004), 89 ss.; M. B, Libertà contrattuale e diritto europeo, Torino 2005, passim;
A.V., Le dottrine del contratto nella giurisprudenza romana, Padova 2006, passim. Sulla dottrina dei con-
cetti giuridici v. V. I, Lo spazio delle leggi, Milano 2011, 3 ss.; I., Gli ingranaggi delle leggi, Milano 2013,
19 ss.; C. P, Il pensiero sui concetti giuridici: perché una ‘polisemia’ in Salvatorqre Puliatti, in TIGOR.
Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica, 6.2 (2014), 47 ss.
Antonio Palma
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La delineata caratteristica, tuttavia, lungi dal rappresentare una grave aporia costi-
tuisce, al contrario, una grande opportunità epistemologica, poiché consente di spe-
rimentare in vitro, per il tramite dello studio storico-giuridico degli strumenti della
negozialità romana, la fenomenologia di un sistema negoziale parimenti destrutturato
come quello della modernità, soprattutto del nostro mondo occidentale, ma con ri-
flessi sul piano globale, essendo quel modello destrutturato e, per alcuni aspetti, de-
contestualizzato dai propri riferimenti socio-economici assurti a parametro generale
di regolazione dei rapporti di scambio.
Di qui l’importanza di ogni ulteriore approfondimento della materia negoziale ro-
mana, a partire dagli importanti risultati conseguiti da studi secolari e che oggi hanno
ricevuto ulteriori impulsi significativi, secondo metodi e sintassi tematiche che tenga-
no conto da una parte delle specialità e specificità dell’esperienza romana e dall’altra
del suo rilevante valore euristico.
Ancora una volta, la potente metafora dellAngelus novus, che nella visione di
Walter Benjamin3 vola all’indietro sovrastando le rovine della storia, appare altamente
rappresentativa della metodologia che si dimostra come la più feconda per attualizza-
re, a partire da un presente che sembra reincarnare nella crisi delle teorie sistemiche
un passato immerso vitalmente in un lungo tempo continuo, riflessioni, decisioni ed
argomentazioni che emergono dalla lettura delle nostre fonti.
Il contractus, peraltro, nella sua funzione come nella sua struttura, i pacta4 e le altre
figure negoziali possono forse essere unitariamente considerati come figure simboli-
che5 dell’umana aspirazione alla libertà, come segni di uno sviluppo oggettivo dello
spirito umano, che però si realizza dialetticamente nell’io e nel me, figure che si fron-
teggiano nello specchio, nel riflesso uguale-diseguale6.
Altra proposta tematica, tra le tante legittimamente possibili, concerne le paro-
le della negozialità romana, che sono notoriamente importanti come valori di senso
comune e componenti della lingua specializzata dei giuristi. Emerge con particolare
forza la dialettica tra lingua, come tradizione comunitaria, e parole, come narrazione
individuale, che la linguistica moderna ha da lungo tempo disvelato7, anche se la lin-
3 W. B, Sul concetto di storia, Torino 1966, 35 ss., rinvia ad una celebre metafora ispirata da un
acquerello di Paul Klee.
4 Specificamente sul pactum v. R. K, La causa nella dottrina dei patti, in L. V (cur.), Causa
e contratto nella prospettiva storico-comparativistica. II Congresso Internazionale ARISTEC, Palermo 7, 8
giugno 1995, Torino 1997, 131 ss.
5 Il richiamo è a E. C, Filosofia delle forme simboliche, Firenze 1961-1966, passim; I., Freiheit
Und Form. Studien Zur Deutschen Geistesgeschichte, Berlin 1918, 3 ss.
6 La metafora dello specchio, alla base del mito di Narciso, è centrale nella riflessione di J. L, Scritti, Torino
2002, passim; su tale metafora nella storia della letteratura v. il bel saggio di M. B - E. P, Il mito di
Narciso. Immagini e racconti dalla Grecia ad oggi, Torino 2003, 50 ss.
7 Inevitabile il rinvio a F. D S, Corso di linguistica generale , Bari 1970, passim, sulla riflessione
del quale v. M. P, Ferdinand de Saussure2, Roma 2006, 30 ss.

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