Montanos Ferrín, Emma, Experiencias de Derecho Común Europeo. Siglos XII-XVII (Oracio Condorelli)

AutorOrazio Condorelli
Páginas949-952

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Il libro –che si apre con la Prefazione di Manlio Bellomo (p. 7-9)– è una collezione di quattordici saggi: tredici sono pubblicati tra il 1996 e il 2008, uno è inedito. i testi sono disposti in ordine cronologico, ma possono essere raggruppati entro una serie di nuclei tematici che individuano chiaramente gli interessi storiografici e la traiettoria scientifica dell’autrice.
i due saggi più risalenti riguardano la storia delle istituzioni universitarie. in Felipe II y la Universidad de México (1996: p. 13-66) l’autrice presenta una analisi degli statuti universitari del 1580, redatti da pedro Farfán, visitatore e riformatore dell’università di ciudad del México designato dal viceré don Martín enríquez su mandato di Filippo ii. Gli statuti messicani si ispirano tendenzialmente a quelli di salamanca, ma se ne discostano in varie parti a causa delle situazioni contingenti proprie di una università collocata nel nuovo Mondo. se il fine della riforma era quello di migliorare la qualità dello studio ed evitare abusi e corruzioni, la nuova normativa si rivela, negli effetti, espressione dell’interventismo regio e viceregio in materia universitaria, finalizzato a mantenere un controllo più stretto sulla vita dell’istituzione: fenomeno –come l’autrice pone in luce– comune ad altre contemporanee esperienze in diversi contesti geografici. il saggio su Las «quaestiones disputatae» en los estatutos universitarios medievales (1997: p. 67-144) contiene un ampio studio sulla disciplina dell’attività didattica delle quaestiones disputatae nelle università medievali: l’indagine si basa su abbontantissimi materiali (secoli xii-xv) e offre una ricostruzione panoramica condotta su scala europea.

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Tre studi rappresentano «variazioni sul tema» della configurazione giuridica del giorno e della notte secondo la dottrina giuridica medievale. l’interesse dell’autrice su tale argomento nasce dalle sue precedenti ricerche in materia di circostanze aggravanti nella storia del diritto penale. il punto di partenza del saggio An de die vel de nocte (1998:
p. 145-186) è costituito dalla dottrina, consolidata nel ius commune, che prevede la duplicazione della pena nel caso in cui un delitto sia commesso di notte. il problema sul quale i giuristi medievali discutono per secoli concerne il delitto che sia commesso al crepuscolo: se sia da considerare come commesso di giorno o di notte. l’indagine è condotta sulle opere di autori attivi tra i secoli xiii e xiv (uberto da Bobbio, odofredo, Guido da suzzara, Martino sillimani, pietro dei cerniti, iacopo Bottrigari, Bartolo etc.), tra le quali l’autrice valorizza alcune quaestiones disputatae tuttora inedite. le soluzioni non sono univoche: alcuni sostengono che, poiché è un caso dubbio, la pena da infliggere debba essere la più mite; altri propendono per considerare il...

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