Il Centro ITC-isig (Centro per gli studi storici italogermanici - Italienisch-Deutsches Historisches Institut) di Trento

AutorAnna Gianna Manca
CargoInvestigadora del Centro per gli Studi Storici italo-germanici di Trento (Italia)
Páginas475-487

Anna Gianna Manca

    Investigadora del Centro per gli Studi Storici italo-germanici di Trento (Italia) desde 1992. Anteriormente ha sido becaria del Institut für Europäische Geschichte di Mainz (Alemania), desarrollando estancias de investigación en varias ciudades alemanas. Adquirió el grado de "dottore di recerca" en 1991, y habilitación para la enseñanza universitaria de "Storia delle istituzioni politiche" en 2001. Trabaja en historia constitucional europea comparada y en particular la alemana e italiana. Entre sus publicaciones destacan: Anna Gianna Manca, La sfida delle riforme. Costituzione e politica nel liberalismo prussiano (1850-1866), Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 684; A. G. Manca - W. Brauneder (edd), L'istituzione parlamentare nel XIX secolo. Una prospettiva comparata / Die parlamentarische Institution im 19. Jahrhundert. Eine Perspektive im Vergleich (Contributi/Beiträge, 10), Bologna-Il Mulino/Berlin-Duncker & Humblot 2000; A. G. Manca - L. Lacchè (edd), Parlamento e Costituzione nei sistemi costituzionali europei ottocenteschi / Parlament und Verfassung in den konstitutionellen Verfassungssystemen Europas (Contributi/Beiträge, 13), Bologna-Il Mulino / Berlin/Duncker & Humblot 2003.

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I Cenni storici
  1. I. Il Centro per gli studi storici italo-germanici nasce, sotto la denominazione di Istituto Storico Italo-Germanico in Trento / Italienisch-deutsches Historisches Institut in Trient, per iniziativa dell'Istituto trentino di cultura (ITC) nell'ormai lontano 3 novembre 1973. "Scopo dell'Istituto - aveva detto rivolgendosi al Consiglio della Provincia autonoma di Trento l'allora Presidente della Giunta, avv. Bruno Kessler, nel presentare il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1973 - è la promozione degli studi relativi ai legami che uniscono il mondo germanico a quello italiano nella realtà storica europea, mediante la creazione di una biblioteca di ricerca specializzata e con la promozione di incontri-seminari di studio tra giovani ricercatori italiani e tedeschi"1.

  2. L'Istituto di ricerca extrauniversitario, che si proponeva come un istituto per "la ricerca storica al più alto livello"2 e avrebbe dovuto operare "in contatto con strutture universitarie ed accademiche dell'intera area della civiltà germanica e italiana"3, fu fondato dopo essersi rivelato vano lo sforzo di istituire, in collaborazione con la Provincia di Bolzano, una università bilingue a carattere regionale4.

  3. L'Istituto storico italo-germanico, che dal 1997 ha assunto l'attuale denominazione di Centro per gli Studi Storici Italo-Germanici per superare le difficoltà comunicative derivanti dall'uso plurimo del termine Istituto mentre la denominazione originaria è rimasta solo sotto forma di acronimo (ITC-isig), è oggi il più 'anziano' dei centri di ricerca dell'ITC e come questi gode di piena autonomia scientifica. La sua rappresentanza legale e la sua gestione finanziaria ed amministrativa è invece nelle mani dell'ITC, che, in quanto ente funzionale (o strumentale) della Provincia, gode di personalità giuridica ed è stato anche riconosciuto, nell'ambito delle norme d'attuazione dello Statuto della Regione Trentino - Alto Adige quale modificato nel 1972,Page 476 ente di ricerca regionale, e quindi ente pubblico di ricerca, dal DPR n. 513 del 19 novembre 1987.

  4. Sino al marzo 2005, quando a dirigere il Centro ITC-isig è stato chiamato dal Consiglio di Amministrazione (CdA) dell'ITC Gian Enrico Rusconi, ordinario di Scienza politica presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino, nella vita scientifico-culturale dell'Istituto si possono distinguere chiaramente due fasi (a e b), rispettivamente corrispondenti al periodo precedente e successivo all'entrata in vigore del secondo Statuto dell'ITC nel gennaio 1994. Di queste due fasi fu indubbiamente la prima quella in cui l'Istituto storico italo-germanico concentrò i suoi sforzi maggiori nel tentativo di agganciare la ripresa conosciuta in Germania in quegli anni dagli studi di storia costituzionale per rilanciarli anche in Italia, mettendone a frutto l'alto livello di maturazione metodologica raggiunta.

  5. a) Dal momento della sua fondazione (1973) fino al 1995, quando ormai anche l'Istituto si era adeguato al nuovo Statuto dell'ITC entrato in vigore nel gennaio 1994 dandosi un nuovo Regolamento che prevedeva un più elevato ed articolato livello di strutturazione interna, esso mantenne un livello relativamente basso di formalizzazione della sua organizzazione.

  6. Conformemente al disposto del suo primo Regolamento del 19785, che peraltro riconosceva all'Istituto quella "piena autonomia scientifica" che non è mai stata messa in discussione, tra gli organi dell'Istituto era previsto anzitutto un Comitato scientifico, che avrebbe dovuto "rappresentare in modo equilibrato, tendenzialmente paritetico, le due aree culturali" italiana e tedesca (art. 4) e "programmare" l'attività scientifica dell'istituto all'inizio di ciascun anno accademico (art. 5).

  7. A questo Comitato scientifico sarebbe spettata, sempre secondo il Regolamento, la designazione del Segretario, di fatto il Direttore, con la duplice funzione di "responsabile della gestione effettiva di ogni attività dell'Istituto" (art. 4) e di tramite costante di collegamento tra Comitato scientifico e ITC. Il Segretario era chiamato dal Regolamento a dare attuazione ai programmi deliberati dal Comitato scientifico, e in questa funzione presiedeva le sedute della Giunta esecutiva, un organo collegiale assai ristretto (4 membri compreso il Segretario) previsto dal Regolamento (art. 6), che si componeva dei soli membri del Comitato scientifico residenti nella Regione Trentino Alto-Adige; sempre al Segretario spettava, secondo l'art. 7 del Regolamento, di attribuire gli incarichi interni.

  8. Al vertice del Comitato scientifico avrebbe dovuto essere inoltre eletto dal suo stesso seno un Presidente, chiamato a presiedere le sedute del Comitato nonché a rappresentare l'Istituto storico verso l'esterno.

  9. La carica di Segretario, di fatto la carica esecutiva più importante, fu tuttavia posta dal presidente Kessler sin dall'inizio nelle mani dello storicoPage 477 bolognese Paolo Prodi. Nella sua qualità di responsabile sia della programmazione scientifica dell'attività dell'Istituto, sia del consolidamento ed ampliamento della sua biblioteca, Prodi fu affiancato all'epoca della sua direzione da un Comitato scientifico, i cui membri erano stati scelti tra i più validi rappresentanti della storiografia tedesca e italiana. Del Comitato scientifico, presieduto sino al 1979 da Hubert Jedin (+ 1980), dal 1979 al 1993 da Adam Wandruszka, e quindi da Reinhard Elze sino al 1998, facevano parte originariamente U. Corsini, R. Manselli, C.G. Mor, K. Repgen, I. Rogger, H. Schmidinger, F. Valsecchi, R. Elze6. Successivamente entrarono a farne parte per cooptazione anche Pierangelo Schiera, Rudolf Lill e Joseph Riedmann nel 1978, Cinzio Violante e Angelo Ara nel 1989, Giorgio Chittolini e Eberhard Weis nel 1990, Fritz Fellner nel 1991, Arnold Esch e Carlo Ghisalberti nel 1993.

  10. A dividere però anche quotidianamente con il Segretario le ansie oltre che le soddisfazioni di lavorare all'ambiziosissimo progetto di costruire e consolidare giorno dopo giorno la realtà di un istituto di ricerca extra- e postuniversitario unico in Italia nel suo genere era però soprattutto un più ristretto e selezionato gruppo di storici dell'Università di Trento e di giovani dottorandi.

  11. Sin dal 1976 infatti Paolo Prodi aveva chiamato a Trento Pierangelo Schiera, esperto di storia costituzionale tedesca, per coadiuvarlo nel suo compito. A fianco di Prodi e di Schiera, che hanno assicurato insieme la direzione della rivista dell'Istituto, gli "Annali", prestavano la loro collaborazione a titolo più o meno volontario e gratuito, in modo alquanto informale ma non per questo meno partecipato ed entusiasta, nella vecchia ma prestigiosa sede originaria dell'Istituto, Villa Tambosi di Villazzano, un grazioso sobborgo di Trento, anche numerosi altri amici studiosi e collaboratori, i cui nomi si ricavano facilmente dal progressivamente sempre più largo Comitato di redazione che sovrintendeva alle collane di pubblicazioni dell'Istituto, ma poi anche dagli elenchi dei partecipanti alle iniziative convegnistiche e seminariali dell'Istituto di cui si dava regolarmente conto nella sezione "Bollettino" degli "Annali" .

  12. Sin dai suoi primi anni l'Istituto si è concentrato nel perseguimento di tutti gli scopi nominati nel suo primo Regolamento del 1978: "fondazione di una biblioteca specializzata, promozione della ricerca, organizzazione di seminari, incontri e corsi, pubblicazione di periodici e opere monografiche, interventi per facilitare scambi e soggiorni di studio per i ricercatori delle due aree" (art. 2), senza trascurarne alcuno.

  13. Nel 1986 l'Istituto intanto si trasferiva dalla sua sede originaria di Villa Tambosi per trovare la sua ubicazione definitiva, che è poi anche quella attuale, nel centro della città di Trento, ed in particolare nell'ex convento di Santa Croce. Contemporaneamente si chiude anche la fase fondativa dell'Istituto e si apre un nuovo ciclo nelle attività e nella collocazione dell'Istituto in rapporto alla città ma anche al territorio circostante in genere.

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  14. A questa nuova fase corrisponde anche la preoccupazione dell'istituto di aprire nuove linee di ricerca nonché di precisare ulteriormente quelle esistenti, assicurando anche possibilità di impiego stabile al cosiddetto Nachwuchs (nuova generazione) al suo interno. Nel 1986 vengono assegnate le prime due borse di studio, una nel settore di ricerca dello "sviluppo dello Stato moderno e formazione dei modelli di comportamento collettivo (disciplinamento sociale)" e l'altra nel settore della "storia costituzionale...

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