Aspetti del costituzionalismo giacobino. La funzione legislativa nell'Acte constitutionnel del 24 giugno 1793

AutorMarco Fioravanti
Cargo"Ricercatore" en Historia del Derecho Medieval y Moderno en la Universidad de Roma "Tor Vergata", Facultad de Derecho, Departamento de Historia y Teoría del Derecho
Páginas123-142

    Marco Fioravanti: "Ricercatore" en Historia del Derecho Medieval y Moderno en la Universidad de Roma "Tor Vergata", Facultad de Derecho, Departamento de Historia y Teoría del Derecho. Entre sus publicaciones recientes destacan: Sieyès e il jury constitutionnaire, en «Le Carte e la Storia», XI (2005), n. 1, pp. 175-188; Il fascismo dei corporativisti: Ugo Spirito, en «Giornale di storia contemporanea», IX (2006), n. 1, pp. 57-79; Le potestà normative del governo. Radici storiche in Francia e in Italia, en «Giornale di storia contemporanea», IX (2006), n. 2, pp. 5-26.

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  1. Il pensiero giuridico giacobino recepì, soprattutto per quanto riguardava il primato della legge e la sovranità popolare, la lezione di Jean-Jacques Rousseau1. L'influenza dell'opera del ginevrino sulla Rivoluzione Page 124 francese, a partire dal 17892, fu rilevante e caratterizzò considerevolmente il dibattito costituzionale3. I sui lavori - in particolare il Contrat social, «una delle opere più cospicue e più influenti della letteratura politica e giuridica dell'occidente, e dal quale derivano in modo diretto o indiretto la maggior parte delle idee costituzionalistiche moderne»4 - furono utilizzati come riferimento teorico dai rivoluzionari francesi5 non solo per rifondare la società e l'organizzazione pubblica, Page 125 ma anche per la codificazione civile, al punto che lo stesso Jean-Étienne-Marie Portalis (1746-1807), nel corso del dibattito sull'approvazione del code civil del 1804 utilizzò ampiamente l'opera di Rousseau6.

  2. In questa sede non si intende affrontare né l'idea rousseauiana della legge7, né l'apporto dottrinale di Rousseau sulle teorie giuridiche e filosofiche della Rivoluzione e la sua influenza riguardo la costituzionalizzazione di alcuni principî come quello della sovranità popolare, della supremazia del legislativo, della critica della rappresentanza. Si cercherà soltanto di evidenziare l'influenza della teoria rousseauiana sul costituzionalismo giacobino nell'Acte constitutionnel del 1793, cioè in quel testo scritto e pensato da coloro che appaiono gli interpreti più radicali del pensiero democratico8.

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  3. Già Gabriel Bonnot de Mably, nel 1758 aveva sviluppato, nel Des droits et des devoirs du citoyen, una teoria della cittadinanza basata sul principio della sovranità popolare e della partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica attraverso l'esercizio del potere legislativo. In una società libera, secondo Mably, bisognava obbedire solo alle leggi all'elaborazione delle quali aveva partecipato il popolo, ovvero il corpo dei cittadini. Una monarchia o un governo aristocratico non avrebbe garantito buone leggi, invece «dès qu'un peuple [...] se sera réservé la puissance législative, soyez sûr qu'il aura bientôt les lois les plus sages et les plus salutaires»9. Di conseguenza Mably sostenne che il potere legislativo e quello esecutivo dovevano essere separati e, soprattutto, che l'esecuzione della legge doveva essere subordinata al legislativo. I deputati sarebbero stati considerati come dei mandatari revocabili quando non avessero svolto le loro funzioni. Al di là delle assonanze con la teoria giuridica di Rousseau, è opportuno notare come tali questioni, e numerose altre come il diritto di resistenza10 o il potere costituente, sollevate da Mably, sarebbero riemerse nel corso del dibattito della Rivoluzione francese e in particolare durante la Convenzione nazionale11.

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  4. I verbali delle assemblee elettorali della Convenzione testimoniano che la costituzione repubblicana si sarebbe dovuta basare su un sistema rappresentativo e che il potere legislativo sarebbe stato delegato a un'assemblea di deputati. L'idea di un referendum obbligatorio per la totalità delle leggi non trovava nessun difensore12. Solo alcuni, tra i quali un membro dell'assemblea elettorale della Seine-Oise, proposero che i deputati si sforzassero di ottenere che il popolo esercitasse la sovranità non attraverso dei delegati ma direttamente13. Al contrario non c'erano dubbi che la costituzione che la Convenzione si accingeva a redigere sarebbe stata sottoposta a referendum costituzionale14. Fu sostenuto alla Convenzione - il 21 settembre 1792, primo giorno del suo insediamento - che non ci sarebbe stata costituzione senza la ratifica da parte del popolo, riunito in assemblee primarie.

  5. Il ne peut exister - sostenne Georges-Jacques Danton il 21 settembre 1792 alla Convenzione tra gli applausi - de constitution que celle qui sera textuellement, nominativement acceptée par la majorité des assemblées primaires. [...] Souvenons-nous ensuite que nous avons tout à recevoir, tout à recréer; que la déclaration des droits elle-même n'est pas sans tache, et qu'elle doit passer à la révision d'un peuple vraiment libre15.

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  6. Questo era un prodotto della lezione di Rousseau che - circa trent'anni prima - aveva ammonito che tutte le leggi non ratificate dal popolo erano nulle:

  7. Toute loi - scriveva Rousseau in uno dei passi più noti del Contrat social - que le Peuple en personne n'a pas ratifiés est nulle; ce n'est point une loi. Le peuple Anglois pense être libre; il se trompe fort, il ne l'est que durant l'élection des membres du Parlement, sitôt qu'ils sont élus, il est esclave, il n'est rien. Dans les courts momens de sa liberté, l'usage qu'il en fait mérite bien qu'il la perde16.

  8. Dopo la caduta della Gironda il 2 giugno 1793, il progetto costituzionale di Condorcet17, presentato alla Convenzione il 15 febbraio dello stesso anno, fu scartato e la Montagna incaricò il Comitato di salute pubblica di redigere un nuovo testo che fu presentato il 10 giugno. Adottato il 24 e sottoposto alla ratifica popolare, il cui risultato fu reso noto il 10 agosto 1793, l'Acte constitutionnel giacobino fu pubblicato ufficialmente il 20: circa un milione e ottocento mila voti favorevoli e undici mila contrari18. Ma la guerra e la controrivoluzione interna obbligarono la Convenzione a sospendere il nuovo atto costituzionale (che fu chiuso in un'urna ai piedi del presidente dell'assemblea), fino alla firma del trattato di pace. Con il decreto del 19 vendemmiaio anno II (10 ottobre 1793), la Convenzione Page 129 sospese la costituzione del 24 giugno 1793 e successivamente con il decreto del 14 frimaio anno II (4 dicembre 1793) - Mode de gouvernement provisoire et révolutionnaire19 - stabilì che il governo provvisorio della Repubblica francese sarebbe stato rivoluzionario fino alla pace. Come sostenne esplicitamente Maximilien Robespierre il 5 nevoso anno II (25 dicembre 1793) - Rapport sur les principes du gouvernement révolutionnaire20 - di fronte a circostanze eccezionali e straordinarie si doveva derogare, provvisoriamente, ai principî costituzionali21. Il governo, dunque, fu dichiarato rivoluzionario poiché non organizzato da disposizioni costituzionali: era un governo acostituzionale dato che i limiti imposti da una costituzione avrebbero impedito alla rivoluzione di sopravvivere22.

  9. La sospensione dell'atto costituzionale23 - passato alla storia come costituzione giacobina o dell'anno I24 - ha impedito una sua analisi strettamente giuridica e lo studio del suo funzionamento. È apparso, pertanto, opportuno analizzare i principî inerenti alla funzione legislativa stabiliti da questa costituzione, considerata da una parte della dottrina e da numerosi giuspubblicisti come il testo più democratico della storia costituzionale francese25.

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  10. La critica alla democrazia diretta e l'elogio del sistema rappresentativo caratterizzarono gli istituti giuridici della costituzione del 3 settembre 1791 che si basava sul principio montesquieuiano per il quale un grande paese come la Francia doveva essere governato affidando la legislazione ai rappresentanti e al re, secondo il modello del King in Parliament inglese (l'art. 2, titolo III, stabiliva che «La Nation, de qui seule émanent tous les pouvoirs, ne peut les exercer que par délégation. La Constitution française est représentative: les représentants sont le Corps législatif et le Roi»)26. Montesquieu aveva sostenuto, alla luce della teoria del governo misto, in un noto passo de L'esprit des lois, nel libro XI - Des lois qui forment la liberté politique dans son rapport avec la constitution -, capitolo VI - De la constitution d'Angelterre - che:

  11. Comme, dans un État libre, tout homme qui est censé avoir une âme libre doit être gouverné par lui-même, il faudrait que le peuple en corps eût la puissance législative. Mais comme cela est impossible dans les grands États, et est sujet à beaucoup d'inconvénients dans les petits, il faut que le peuple fasse par ses représentants tout ce qu'il ne peut faire par lui-même. [...] Le grand avantage des représentants, c'est qu'ils sont capables de discuter les affaires. Le peuple n'y est point du tout propre; ce qui forme un des grands inconvénients de la démocratie27.

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  12. Secondo Emmanuel-Joseph Sieyès - l'oratore più rappresentativo del Terzo stato e il teorico del potere costituente nel 1789 - non solo la democrazia diretta non era adatta a un grande Stato, come del resto aveva sostenuto già Rousseau28, ma il modello rappresentativo era considerato il migliore dei sistemi. Pertanto l'abbé cercò di applicare alla società, attraverso la lettura delle analisi economiche di Adam Smith e sulla scia di John Locke e dei fisiocratici, il principio della divisione del lavoro29.

  13. Al contrario, la costituzione giacobina - «constitution selon Rousseau»30, come sostengono i principali costituzionalisti francesi - sentì la necessità di rivedere gli istituti del sistema rappresentativo e di correggerne il carattere a favore di un avvicinamento tra i rappresentanti e il popolo, tra Page 132 i governanti e i governati31. Il testo giacobino introdusse il suffragio universale maschile diretto (artt. 4 e 8) portando il corpo elettorale a circa 7 milioni di elettori32 e un mandato molto breve - un anno - tale da rendere i rappresentanti...

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