La Costituzione polacca del 3 maggio 1791: tra tradizione e modernità

AutorBeata María Palka
CargoLicenciada y Doctora en Derecho por la Universidad de Cracovia
Páginas285-329

Beata María Palka

    Licenciada y Doctora en Derecho por la Universidad de Cracovia. Master interuniversitario internazionale en Storia e comparazione delle istituzioni politiche e giuridiche dei paesi dell'Europa mediterranea (Università degli Studi di Messina). Titular del Assegno di ricerca in Storia e comparazione delle Costituzioni polacche tra Sette e Novecento (en el Dipartimento della Storia e Comparazione degli Ordinamenti Giuridici e Politici dell'Università degli Studi di Messina). Trabaja sobre el Análisis histórico comparado del desarrollo constitucional de Polonia (siglos XVIII-XX), con particular atención a la génesis y definición de las instituciones públicas del Estado polaco. Es autora del Dizionario Giuridico Italiano-Polacco.

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Nella storia della legislazione polacca non esiste un altro atto legislativo, eccellente come la Costituzione del 3 Maggio. La sua durata fu come un soffio: un anno solo. Essa fu soffocata nella culla. Non le fu neanche offerta la possibilità di una verifica reale della sua efficacia. Ciò nonostante il suo ricordo incancellabile rimane molto caro; è sempre vivo e presente nell'immaginario nazionale nonché nei cuori e nella coscienza dei polacchi.

S. SMOLKA Mowa wygloszona na posiedzeniu Akademii Umiejetnosci, 1891

La Costituzione del 3 Maggio non fu frutto né dell'imposizione straniera né di un violento atto di costrizione interna. Essa nacque in modo mirabile dando straordinari risultati. La costituzione in un giorno solo, senza spargimento del sangue, senza produrre le vittime riscattò Polonia dalla schiavitù dell'anarchia, ponendola all'avanguardia dei paesi civilizzati. Essa fu all'origine della rinascita spirituale dell'Unione polacco-lituana, costituendo un sigillo perenne della grande e memorabile opera del risanamento morale della nazione. La costituzione nonostante la sua imperfezione e incompletezza rappresentava l'enorme potenza creatrice e trasformatrice che permetteva di chiudere la porta del torbido passato e di risvegliare la fede della società polacca nelle proprie forze.

A. SLIWINSKI, Konstytucja 3 maja 1938

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I Premessa
  1. La scarsa conoscenza delle esperienze costituzionali polacche, ha reso assente la Costituzione del 3 Maggio del 1791 - la prima costituzione scritta europea - nella riflessione comune nei paesi dell'Europa occidentale e negli studi da essi dedicati alla storia costituzionale europea.

  2. È indiscutibile che il mondo occidentale ha denotato la propria comune e peculiare identità, in quanto ambito di scambio di modelli costituzionali attuato attraverso un vivace processo di produzione, circolazione e rielaborazione delle norme e delle idee, prestando, invece poca attenzione alla problematica costituzionale dei paesi comunemente denominati "ex comunisti". Fra i motivi di tale "indifferenza" bisogna tenere presente la mancanza di scambi culturali e scientifici tra i paesi dell'Est e dell'Ovest europeo dovuta a motivi politico-ideologici, esistente durante tutto il periodo del comunismo, nonché, nel caso specifico della Polonia, la sua olltresecolare assenza dalle mappe d'Europa.

  3. L'analisi del percorso della formazione delle istituzioni politiche dello Stato polacco rileva l'atipicità dello suo sviluppo, che fu, in certo senso, opposto a quello delle grandi monarchie assolute dell'Occidente, dove il definitivo affermarsi di dinastie nazionali, il consolidarsi dell'autorità della Corona sull'aristocrazia feudale, lo sviluppo di una burocrazia accentrata e sempre più estesa e capillare, il controllo da parte del re di più efficienti strumenti fiscali e militari, hanno dato la vita agli stati moderni e alle monarchie assolute di Antico regime. Questo tipo di sviluppo in Polonia è venuto a mancare; così la struttura politica e sociale dello Stato presenta non poche caratteristiche sconosciute agli altri Stati europei. Già la stessa definizione dello Stato non come un regno ma come una Respublica (Rzeczpospolita), come una comunità nobiliare che trova nella Dieta la sua suprema espressione, dimostra la singolarità delle dinamiche storico-istituzionali polacche.

  4. La formazione dell'ordinamento politico polacco nel periodo precostituzionale viene caratterizzata dalla forte tensione fra due tendenze opposte: da un lato quella centralizzante, diretta a rinforzare il potere del monarca, dall'altro invece quella decentralizzante, che intende ampliare le libertà e i privilegi conquistati dal ceto nobiliare e fornirne migliori garanzie.

  5. La posizione politico-sociale del ceto nobiliare particolarmente forte e la sua ideologia di aurea libertatis, influiscono in maniera decisiva sulla formazione della costituzione storica polacca caratterizzata, in primo luogo, dalla tutela delle libertà acquisite dalla nobiltà. Il sistema elettivo del monarca indebolisce ulteriormente la posizione del re costringendolo, in pratica, aPage 287 firmare patti e accordi costituzionali grazie ai quali viene incrementata in maniera costante la partecipazione del ceto nobiliare all'attività di governo permettendogli di diventare soggetto politico sempre più consapevole di tale ruolo. In conseguenza la nobiltà polacca (szlachta), indiscutibile classe dirigente del regno, acquisisce relativamente presto la consapevolezza della propria responsabilità per le sorti della patria e percepisce la propria identità nazionale e cittadina. Il confronto fra la posizione assunta dal ceto nobiliare polacco con quella dell'aristocrazia di altri paesi europei permette di rilevare le diverse peculiarità della situazione polacca, tra cui l'insolita numerosità della nobiltà (circa 10% di tutta la popolazione contro p.e. 1% di quella francese), la particolare debolezza delle città e della borghesia (spesso dominata dagli ebrei), la democrazia all'interno del ceto (perfetta eguaglianza giuridica di tutti i suoi componenti), il suo assoluto predominio politico, la ricchezza dei privilegi goduti, la larghissima diffusione dell'istituto del liberum veto, ecc.; tanto che, parafrasando la famosa affermazione del Re Luigi XIV "L'etat c'est moi", la nobiltà polacca avrebbe potuto dichiarare "Lo Stato siamo noi".

  6. La particolare ossessione della libertà del ceto privilegiato segna in maniera peculiare il percorso della formazione dello Stato e del costituzionalismo polacco che ne subisce le conseguenze sia positive sia negative. Una libertà mal usata può sempre rivolgersi contro il suo titolare trasformandosi in anarchia; ed è proprio questo che si verifica nella storia della Polonia dove, nel Settecento, lo Stato subisce le gravi conseguenze di una libertà mal gestita che, spingendolo sull'orlo dell'anarchia provoca una profonda paralisi delle sue istituzioni e, di conseguenza, una successiva spartizione del suo territorio, minacciando seriamente la sua indipendenza.

  7. Il trauma della prima spartizione e i processi di sviluppo socio-economico fanno scaturire un'attività riformatrice sostenuta dalle idee dell'Illuminismo accompagnate da quelle patriottiche che vengono divulgate dalle scuole, dalla stampa, dalla letteratura, dal teatro, dalla musica, pittura e storiografia. Una decisiva mobilizzazione delle forze riformatrici porterà, nel 1791, alla promulgazione della prima costituzione scritta fornendo in tal modo l'inequivocabile prova della vitalità dello Stato e del suo ordinamento politico che richiedeva, sì, ampie riforme, ma non per questo era destinato alla morte civile, alla cancellazione dalle mappe d'Europa, il che però ugualmente avverrà nel futuro a causa della politica di espansionismo territoriale dei paesi confinanti in una situazione geopolitica sfavorevole per la Polonia.

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II Originalità dello sviluppo dello Stato polacco nei "Secoli della grandezza": la "Repubblica nobiliare"
  1. Partendo dai privilegi della nobiltà polacca del XV secolo, cominciò in Polonia la formazione di un regime peculiare, nel quale la sovranità apparteneva alla nazione nobile, il re aveva poteri assai limitati nelle sue competenze e lo stato della nobiltà polacco-lituana, secondo l'interpretazione ufficiale, veniva governato dalla legge. Venne a crearsi in Polonia un sistema caratterizzato da ampie libertà e privilegi nobiliari e dalla sempre più completa esclusione dalla partecipazione al potere degli altri ceti1.

  2. Nel 1425, per ricordare soltanto le principali fasi delle conquiste nobiliari, venne accordato il privilegio del neminem captivabimus nisi iure victum, che protesse i nobili dall'arresto arbitrario e dalla confisca dei loro possedimenti2; nel 1454 con il privilegio di Nieszawa vennero delegate a locali assemblee nobiliari la riscossione delle imposte e l'arruolamento delle truppe; da allora in poi fu impossibile al sovrano agire senza il loro consenso; nel 1505 la legge del Nihil novi rafforzò ulteriormente i poteri della Dieta (Sejm), l'assemblea della nobiltà e del clero polacchi, senza la cui approvazione il sovrano non avrebbe potuto legiferare.

  3. All'inizio del XVI secolo il sistema statale degli Jagelloni, che si estendeva all'intera Europa centro-orientale, si presentava sotto la forma della cosiddetta Repubblica nobiliare, che costituiva una monarchia cetuale, governata esclusivamente dai nobili, in cui il potere regio veniva man mano limitato e ristretto, e il governo del paese diventava sempre più decentralizzato.

  4. Significativo era perfino lo stesso nome con cui veniva chiamata l'Unione polacco-lituana, la Respublica. Il termine Respublica, era infatti uno dei più diffusi nell'antico linguaggio politico polacco...

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