La prima circolazione del modello costituzionale americano in Europa: Mably e Brissot, due generazioni a confronto

AutorFernanda Mazzanti Pepe
Cargo"Professore Ordinario" de Historia de las instituciones políticas en la Facultad de Ciencias Políticas de la Universidad de Génova
Páginas289-302

    Fernanda Mazzanti Pepe: "Professore Ordinario" de Historia de las instituciones políticas en la Facultad de Ciencias Políticas de la Universidad de Génova. Tema principal de su actividad investigadora es la historia constitucional entre el final del Antiguo Régimen y la era liberal, analizada desde una perspectiva comparada, y privilegiando también el tema de la circulación de los modelos constitucionales. Entre sus publicaciones destacan: Il nuovo mondo di Brissot. Libertà e istituzioni tra antico regime e rivoluzione, Torino, Giappichelli,1996; L'amministrazione del Comune di Genova tra otto e novecento, Milano, Giuffré, 1998; Profilo istituzionale dello Stato italiano. Modelli stranieri e specificità nazionali (1848-1922), Roma, Carocci, 2004; Culture costituzionali a confronto. Europa e Uniti dall'età delle rivoluzioni all'età contemporanea (a cura di), Genova, Name, 2005.

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  1. Gabriel Bonnot de Mably e Jacques Pierre Brissot de Warville sono due pensatori cui ho dedicato da lungo tempo la mia attenzione, così come al tema più generale della circolazione del modello americano in Europa1.

  2. Si tratta qui di uno sforzo di sintesi, che richiede qualche considerazione preliminare, in primo luogo sui due personaggi , assunti come esempi emblematici di due approcci diversi sul tema specifico (e sarà Page 290 interessante chiarire i motivi e il significato di queste diversità) ma anche sostanzialmente affini per alcuni punti chiave del loro pensiero politico, tanto che il secondo , in un primo tempo fortemente critico nei confronti del primo, se ne mostrò , durante la rivoluzione, un ammiratore entusiasta. Nel giugno del 1791, dopo che l'Assemblea nazionale aveva rigettato la proposta di erigere una statua a Mably, apparve sul "Patriote François", il giornale di Brissot, una vera e propria apologia di questo "grand homme" , un "homme de génie" che avrebbe meritato un segno tangibile della riconoscenza della nazione: ma, si concludeva, "la postérité lui rendra la justice que ses contemporains lui ont refusée"2.

  3. Più ampiamente , nelle sue memorie, Brissot rileverà come l'Assemblea Nazionale si fosse "disonorata" rifiutando di rendere omaggio a "l'écrivain du plus noble talent et du plus beau caractère peut-être de notre siècle", e motiverà queste sue affermazioni ricordando la sua "indépendance d'opinions", la sua "rudesse honorable" nello stile, la "guerre" da lui condotta contro la "fausse philosophie", per ricercare i diritti naturali e sociali dell'uomo, per discutere sulla natura dei governi e sulle loro istituzioni, per mostrare in altri termini alla nazione "la véritable source de son bonheur", denunciando i mali , mostrando i rimedi e preparando così la rivoluzione3.

  4. Queste poche pagine restano, come è stato notato, "le pagine della più grande adesione, per un uomo politico contemporaneo, al pensiero di Mably"4, e sono a prima vista sorprendenti, perché Mably e Brissot sembrano avere ben poche cose in comune: li separavano due generazioni (quando Brissot nasceva, nel 1754, Mably aveva già pubblicato opere importanti come le Observations sui Greci e sui Romani[ 1749-1751] e il Droit public de l'Europe[1746]); l'estrazione sociale (ricco e destinato alla carriera ecclesiastica il primo; figlio di un oste e destinato al commercio o all'avvocatura il secondo); il temperamento (pacato e riflessivo il primo, per nulla amante dei viaggi; entusiasta e cosmopolita, di tendenza e di fatto, il secondo). Il primo morirà prima della rivoluzione che aveva contribuito a preparare; il secondo vi giocherà un ruolo di primo piano.

  5. Se Mably è un pensatore abbastanza noto, sia pure con alterne fortune5, occorrono forse due parole per inquadrare Brissot come pensatore politico. Nato a Chartres nel 1754 e morto , ghigliottinato, a Parigi Page 291 nell'ottobre del 1793, è ricordato nei manuali di storia, frettolosamente come capita a tutti i perdenti, solo come leader, discusso e discutibile dei girondini.

  6. Ma Brissot non fu solo questo: fu un intellettuale cosmopolita, amico di personaggi come Bentham e Condorcet, fu un instancabile viaggiatore-philosophe, fu un operatore culturale e un divulgatore, fu uno dei primi artefici di un giornalismo moderno, fu, ancora, un pensatore politico, autore, a cavallo tra antico regime e rivoluzione, di opere di un indubbio rilievo in materia di riforma penale, civile, politica6.

  7. Qualche ulteriore considerazione preliminare occorre poi sul senso in cui intendo affrontare il tema più generale della circolazione di modelli costituzionali, e di quello americano in particolare, precisando in primo luogo che cosa intendo per modello costituzionale. Si può dire in prima approssimazione che quel che fa di un testo costituzionale un modello è la sua interazione col contesto e in particolare con la cultura in cui la costituzione è nata, in cui funziona e in cui produce i suoi frutti istituzionali, che possono essere più o meno conformi alle intenzioni dei costituenti e che, in ogni caso, si modificano nel tempo. Il concetto di cultura costituzionale rinvia in questo senso alla cultura giuridica e politica, alla cultura di un'elite, ma anche ma anche alla cultura più diffusa di un popolo, ai suoi caratteri originali che si radicano nei tempi lunghi della storia e che producono generano risonanze particolari nelle contingenze del presente. La categoria del modello costituzionale serve a cogliere le specificità di una costituzione e del suo funzionamento in una determinata cultura costituzionale: si tratta di specificità che riguardano i principi di fondo, l'organizzazione dei poteri, le garanzie dei diritti, in sintesi, il particolare rapporto o meglio i particolari tipi di rapporti e di equilibri istituzionali che si vengono a delineare tra lo Stato e la società , a livello normativo e nel concreto funzionamento delle istituzioni. Per verificare l'esistenza di una circolazione effettiva, reale, di modelli costituzionali occorre preliminarmente esaminare il grado di comprensione, in una cultura costituzionale, di una cultura costituzionale diversa, dei suoi caratteri essenziali e cioè non solo delle tecniche costituzionali adottate altrove, ma anche del tipo di rapporti Stato-società che vi sono sottesi.

  8. Ciò posto, occorrerà, nel caso di cui si tratta, mettere a fuoco la cultura costituzionale dei due paesi e le modificazioni intervenute nell'arco del periodo considerato.

  9. Bisogna innanzi tutto distinguere, negli Stati Uniti, la fase di dibattito e di acquisizioni in materia costituzionale che preparano e seguono la dichiarazione di indipendenza a l'elaborazione delle costituzioni dei tredici Stati, da un secondo periodo, quello della preparazione e del varo della costituzione del 1787, con la pubblicazione del Federalist e i lavori della Convenzione di Filadelfia. Si vedrà che questa periodizzazione, Page 292 spesso non considerata o sottovalutata , è tutt'altro che indifferente ai temi oggetto di circolazione e di dibattito in Francia, diversi a seconda dei due periodi.

  10. Fermiamoci sul primo periodo, per domandarci se e in che modo in Francia, negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione americana, si fose in grado di cogliere tutte le novità costituzionali che venivano d'oltre-atlantico. Si trattava di una cultura ancora segnata dall'antico regime in cui, per fare solo qualche esempio significativo, lo stesso lungo processo attraverso cui i giuristi arrivarono ad identificare due sfere distinte nel diritto, quello privato e quello pubblico, era ancora lungi dall'aver trovato una univoca sistematizzazione; e in cui delle corti di giustizia (i parlements) ,da un lato contribuivano a una definizione più moderna di costituzione, attraverso il dibattito suscitato intorno alle "leggi fondamentali" della monarchia, dall'altro rivendicavano per sé il ruolo di rappresentanti della nazione7. Si sarebbe potuto, in particolare, cogliere il significato di una costituzione scritta, quando mancava ancora un concetto moderno di costituzione, ed il termine era in generale riferito, salvo poche eccezioni, al modo di essere tradizionale di uno Stato8? E, a maggior ragione, si sarebbe potuta elaborare la distinzione, ancora lungi dall'essere sistematizzata negli Stati Uniti, tra potere costituente e poteri costituiti o l'idea connessa di costituzione come legge superiore?

  11. La mia risposta non può che essere negativa.

  12. Occorre ciononostante ricordare che nello stesso periodo c'era già in Francia un dibattito molto ricco e articolato su ciò che avrebbe dovuto essere un "gouvernement libre" e sulla necessità di un cambiamento radicale nella forma di governo della monarchia ( e in questo senso si usava allora la parola "révolution", e monarchia sottintendeva assoluta) al fine di trasformarla da assoluta in rappresentativa: all'interno di questo dibattito il modello americano era colto in tutta la sua importanza come esempio di governo rappresentativo fondato sul consenso popolare. E fu proprio questa diffusa volontà di vedere in America un modello di perfezione politica9 a orientare il dibattito « costituzionale » francese nel Page 293 senso di una riflessione critica, piena di distinguo, di timori che si trattasse di conquiste effimere e di conseguenza ricca di indicazioni sulle misure da prendere per salvaguardare le nuove libertà, piuttosto che verso un'accettazione entusiasta di ciò che si stava realizzando al di là dell'Atlantico. E, in questo senso, senza dubbio questa prima fase del dibattito valeva a preparare la fase seguente, ma solo in quest'ultima si potrà concepire la costituzione come un solenne documento scritto attraverso cui un popolo si era dato la sua forma di governo.

  13. Occorre quindi considerare che ancora negli anni in cui Maby pubblica le sue Observations sugli Stati Uniti (1784)10 -un'opera importante, e destinata ad essere molto discussa-non si è ancora entrati in questa seconda fase : non è un caso che nel titolo dell'opera figurino soltanto le...

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